CACCIA – ANLC: “Altro che sedere alla stessa mensa degli altri cacciatori europei -ha dichiarato il Presidente Sparvoli – quello che la Camera ha approvato ogg i- ha il valore di un tozzo di pane raffermo che si butta ad un cane affamato”.
Appena uscito dagli studi televisivi dopo un confronto (brevissimo ma assai civile) con Valerio Ceva Grimaldi, il presidente della Libera Caccia è stato infatti raggiunto dalla notizia dell’approvazione a maggioranza dell’articolo 43, solo dopo che lo stesso era stato modificato da un sub emendamento, proposto dal relatore Gottardo, con il quale si limita la facoltà delle regioni a posticipare il periodo di caccia per alcune specie al massimo entro la prima decade di febbraio.
“L’approvazione di quello che resta dell’art. 43 -ha aggiunto il responsabile nazionale della Libera Caccia- non solo non ci soddisfa ma ci indigna come cacciatori, come cittadini italiani e dell’Unione europea. Ha di nuovo prevalso la logica vergognosa del patteggiamento politico e la nostra dignità è stata calpestata per l’ennesima volta dalla violenta campagna propagandistica messa in atto dalle frange più intolleranti dell’animalismo, e prontamente adottata dai grandi organi di stampa che si sono prodigati nel fare disinformazione. Per mesi, l’opinione pubblica e tanti politici poco informati sono stati bombardati da titoloni completamente privi di fondamento come Deregulation venatoria o Caccia tutto l’anno, mentre l’Art. 43 tendeva semplicemente ad adeguare la nostra legislazione a quella vigente in tutti i Paesi europei”.
“Purtroppo -ha poi continuato Sparvoli – questa vergognosa mistificazione mediatica ha trovato un appoggio proprio in qualche associazione venatoria -evidentemente più attenta agli interessi di bottega (partito) che a quelli della categoria- che è stata ripetutamente citata per dimostrare ai lettori, agli ascoltatori e ai politici,che anche il mondo venatorio aveva delle perplessità nel chiedere il prolungamento dell’attività venatoria”.
A pochi minuti dall’approvazione dell’articolo, sono cominciati a fioccare i commenti entusiasti degli animalisti e i distinguo, come quello di alcuni esponenti della maggioranza che, pur riconoscendo il valore economico della caccia e il pericolo rappresentato da alcuni animali per le colture agricole e la vita di tutti i giorni, hanno ribadito la loro contrarietà all’attività venatoria ma anche la grande mediazione necessaria per superare uno stallo che rischiava di incancrenirsi.
“Alla luce di questi ultimi avvenimenti -ha quindi concluso Sparvoli- la Libera Caccia, assolutamente insoddisfatta di questo mercimonio che non ha nulla di scientifico e tecnico, rilancia con forza e convinzione la proposta di ricompattare il mondo venatorio e quello della ruralità, per poter arginare la dilagante moda animalista che attanaglia con le sue pastoie ideologiche il dibattito politico e rischia di acuire una lacerazione civile, allontanando la ricerca di soluzioni di natura tecnico-scientifica condivise dalla maggioranza degli studiosi”.
Fonte: Anlc