Legambiente, WWF e Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) hanno presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia contro il calendario venatorio 2017-2018 dell’isola. Le associazioni animaliste e ambientaliste hanno chiesto espressamente la revoca e la sospensiva del documento, il quale non ha comunque convinto nemmeno il mondo venatorio locale.
Secondo queste sigle, manca il rispetto della legge nazionale e dei pareri dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Non è il primo provvedimento in tal senso, visto che poco tempo fa c’era stata una diffida per ottenere un calendario uniforme al parere dell’ISPRA stesso, obbligatorio ma non vincolante. Legambiente Sicilia ha ricordato gli inviti rivolti al Governo e ai presidenti di diverse regioni in seguito agli incendi e alla siccità, fattori presi a pretesto per chiedere il posticipo dell’apertura della stagione venatoria alla data del 1° ottobre.
Una delle principali discussioni relative al calendario siciliano si riferisce al divieto imposto ai cacciatori extra-regionali, i quali non hanno la possibilità di esercitare l’attività nell’isola nel periodo di pre-apertura. Tra l’altro, il divieto è stato ampliato a cavallo dei mesi di ottobre, novembre e dicembre.