Era gennaio del 2017 quando i carabinieri forestali sequestrarono 229 esemplari ‘ibridi’, ovvero incroci tra cane e lupo selvatico in tutta Italia stroncando di fatto un traffico illegale di cani selvatici. Ieri mattina, per il titolare dell’allevamento, situato a Serramazzoni (provincia di Modena), la pubblica accusa ha chiesto la condanna a un anno mentre la difesa ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Il giudice ha rinviato per repliche.
In base alle accuse, infatti, l’uomo avrebbe incrociato cani con lupi e risponde dei reati di falso ideologico e frode nell’esercizio del commercio. L’operazione – coordinata dal pm Francesca Graziano e portata a termine dal Servizio CITES di Roma del Comando unità tutela forestale ambientale ed agroalimentare dei Carabinieri (Cutfaa) aveva portato appunto a duecento sequestri simultanei di cani incrociati con lupo e dei relativi pedigree che ne attestavano falsamente la purezza ed il pregio.
In base agli accertamenti erano 200 i proprietari truffati, cittadini che, a vario titolo, avevano pagato i cani fino a 5mila euro. I lupi venivano prelevati illegalmente nella zona dei Carpazi, nei paesi scandinavi o in Nord America per essere incrociati con cani da Lupo Cecoslovacco selezionati, per ottenere un patrimonio genetico nuovo e capace di dare origine a esemplari di grande bellezza e più resistenti a disfunzioni e malformazioni ossee (Il Resto del Carlino).