Un interessante articolo di due giorni fa del celebre quotidiano francese Le Monde si è chiesto i motivi del calo degli uccelli. Il giornale transalpino ha lanciato l’allarme sulla situazione grave della popolazione, in particolare l’estinzione virtuale della pernice nella zona-laboratorio del CNRS (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica). La scomparsa massiccia sarebbe vicina alla catastrofe ecologica e l’argomento è stato approfondito oggi dalle associazioni venatorie italiane. Mediamente le popolazioni di uccelli delle campagne francesi si sono ridotte di un terzo nel giro di 15 anni.
Secondo i ricercatori il motivo sarebbe l’uso sempre più intenso delle pratiche agricole, con un declino che si è accentuato soprattutto nel biennio 2008-2009. Il risultato è stato ottenuto dopo aver esaminato il programma STOC, vale a dire il monitoraggio temporale degli uccelli. L’altro metodo impiegato è stato quello che prevede 160 punti di osservazione (10 ettari ciascuno). Le diminuzioni più significative hanno riguardato specie come il fringuello, la tortora, il merlo e il colombaccio.
Il calo va associato anche alla dimunizione degli insetti, proprio a causa delle pratiche agricole. Il carabo, il coleottero più comune in assoluto, è diminuito di ben l’85%. Oltre a questa situazione delicata bisogna aggiungere il degrado ambientale, visto che gli uccelli stanno male anche per la microfauna dei suoli. Lo scenario francese, tra l’altro, non è molto diverso da quello osservato in altri paesi europei. Nazioni come l’Olanda, la Svezia e la Gran Bretagna hanno cercato di invertire la tendenza, ma per il momento non ci sono riuscite.