I numeri dell’ultimo biennio
Percentuali che spaventano. La Valle Bormida è alle prese con un aumento esponenziale dei cinghiali, visto che gli ungulati hanno fatto registrare una crescita di ben il 200% nel corso di appena due anni. Si sta parlando della zona che si sviluppa a partire dalle Alpi liguri, inoltrandosi poi nell’Appennino ligure per un certo tratto dell’entroterra di Savona, proseguendo poi in Piemonte tra le colline dell’alto Monferrato e delle alte Langhe, fino a alla Pianura Padana dove la Bormida confluisce nel Tanaro (ad est di Alessandria).
Patate e vino a rischio
I danni riguardano soprattutto, come è facile immaginare, le aziende agricole. Chi produce vino è in forte difficoltà, come anche chi coltiva patate, un’attività che ormai è diventata un vero e proprio lusso. Non sono al riparo nemmeno ghiande, noci, cavoli e tante altre verdure invernali.
Peste suina africana
Una forte presa di posizione è arrivata da Alberto Allineri, numero uno dell’ANLC locale: “Come associazione abbiamo scritto al Commissario nazionale per la Psa. Non ne possiamo più e bisogna agire prima che capitano tragedie annunciate. Bisogna restringere la zona cuscinetto e lasciare le squadre con 21 persone. In questo modo si può cacciare e fare scendere il numero dei cinghiali. Più cacciatori uguale più abbattimenti. Abbiamo seguito tutti corsi su corsi, siamo preparati”.