“Tra un paio d’anni non avremo più colture da granella in Umbria“: questo l’allarme lanciato da Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria in merito all’emergenza cinghiali. “C’è chi è stato costretto ad abbandonare ormai la produzione di mais, sorgo e girasole da qualche anno; a sostenere le spese della recinzione elettrica per salvare il nocciolo e, infine, a vedere distrutto l’intero campo appena seminato a grano duro.
Sono solo le ultime segnalazioni – spiega l’associazione degli agricoltori – che ci arrivano dagli imprenditori agricoli associati del territorio regionale, che si trovano a fronteggiare i danni sempre più ingenti della fauna selvatica, cinghiali in primis. Una condizione che trova riscontro anche negli ultimi dati pubblicati da Italmopa, l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia, secondo cui anche quest’anno il calo nella produzione di grano duro italiano è del 10%, ragion per cui se utilizzassimo solo la produzione italiana, troveremmo la pasta in vendita solo quattro mesi all’anno.