Springer spaniel – Che sia una razza tipica e molto utilizzata in Inghilterra ed in Irlanda lo sappiamo più o meno tutti, che sia un grande cane da cerca e non esclusivamente da riporto invece molti lo ignorano, specie nel bel paese.
Non c’è niente di male ad utilizzare lo Springer Spaniel per recuperare “morti e feriti”, ma questo non gli basta, e abituarlo alla vita da capanno è un vero e proprio reato. Questa razza ha bisogno di molto di più, ha bisogno di cercare e trovare le prede, naturalmente utilizzando il suo super naso; una volta trovata ha tutte le carte in regola per costringerla a palesarsi, e dopo un colpo di fucile a cinque stelle da parte del cacciatore, allora sì che riporta con entusiasmo la selvaggina.
Non dimentichiamolo, questo cane bello e dal grosso potenziale venatorio è in grado di dare il meglio di sé , di mettere in mostra la propria energia, l’intelligenza e il coraggio quando è in cerca. E’ un cane in grado di emozionare il cacciatore anche senza la ferma, grazie al suo sapiente utilizzo del vento.
Un cane eccezionale, da conoscere per poterlo sfruttare nel migliore dei modi, che in Italia ha avuto un’evoluzione del tutto personale, ad opera di almeno due grandi uomini, cacciatori e allevatori.
Springer Spaniel – La razza tipica del Regno Unito, arrivata in Italia si è necessariamente evoluta per adattarsi al gusto dei cacciatori del bel paese.
Il primo ad aver importato gli Springers nel nostro paese, in maniera seria e professionale è stato senza dubbio Marco Valcarenghi, un cacciatore avventuroso, portato dalla sua passione in molti angoli di mondo un tempo molto più difficili da raggiungere di quanto non lo siano oggi. Sapeva cacciare, lo faceva in maniera critica e consapevole e sapeva riconoscere i buoni cani: lo Springer Spaniel gli deve essere sembrato fin da subito un ottimo cane.
Il suo sistema di allevamento non è stato per niente facile: voleva ottenere cani da caccia ottimi, non dimenticando lo standard morfologico. I risultati sono stati più che soddisfacenti, grazie anche alla sua costanza.
Fondamentale è stato per l’evoluzione dello Springer Spaniel in Italia anche il contributo di Domenico Coradeschi, un grande allevatore che ha lavorato con passione tenendo in massima considerazione le qualità venatorie del cane, importando ogni qual volta lo riteneva utile, scegliendo con dedizione e alta cognizione i cani da accoppiare.
I numeri di Springer nati in Italia iniziano ad aumentare esponenzialmente dopo il 1970: nel 1972 se ne contano 147 e lentamente i cacciatori italiani iniziano ad interessarsi a questo cane che anno dopo anno diventa sempre più accreditato.
Certo, anche il cane ha saputo promuoversi: probabilmente sono stati i suoi caratteri ad attirare su di lui i riflettori. Non poteva certamente passare inosservata la sua voglia di selvaggina, la forza e la costanza, le ottime capacità di recupero e il buon carattere. Inoltre lo Springer Spaniel era in grado di sfruttare egregiamente il vento. Non è mai stato un cane da ferma, ma era in grado di comportarsi in modo simile cogliendo l’emanazione dal vento e lasciandosi guidare sull’animale.
Lo Springer vince la sua partita grazie al suo asso nella zampa: era in grado di cacciare su qualsiasi territorio e di essere utilizzato in quasi tutte le cacce. Agli italiani piacque, e ancora piace già che ancora oggi è in grado di esibire doti eccezionali che devono però essere sfruttate pienamente dal cacciatore.