Il prossimo 26 gennaio è la data scelta per il meeting al Parlamento Europeo di Bruxelles che approfondirà le questioni legate alla CITES. Con questa sigla si indica la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie minacciate di estinzione (dall’inglese Convention on International Trade of Endangered Species), firmata a Washington nel 1973 per regolamentare il commercio di fauna e flora selvatiche. L’incontro che avrà luogo fra meno di tre settimane si intitolerà “Wildlife, use it or lose it?”, con una focalizzazione sui principali obiettivi strategici.
Il meeting è stato organizzato dalla FACE (European Federation of Associations for Hunting & Conservation) insieme al presidente e alla vicepresidente dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia e Ruralità del Parlamento Europeo (si tratta, nello specifico, di Heinz Florenz e Renata Briano). L’obiettivo più importante sarà quello di capire quali sono le priorità e le azioni da intraprendere per far fronte alle sfide legate alla fauna selvatica mondiale.
La tempistica non è casuale, nell’autunno di quest’anno infatti ci sarà la conferenza della CITES di Johannesburg e dunque sono necessari anche incontri preparatori di questo tipo. Tra gli argomenti più discussi figureranno l’uso sostenibile della fauna selvatica, il contrasto del bracconaggio e l’approfondimento del ruolo delle comunità locali. A Bruxelles si studierà il caso dell’Africa e, soprattutto, sui trofei di caccia e le tematiche legate alla conservazione.
La CITES si tiene ogni tre anni: l’ultimo appuntamento è quello del 2013, quando la convenzione venne organizzata a Bangkok, in Thailandia, mentre l’edizione precedente è quella del 2010 a Doha (Qatar). Gli animali di cui si discute sono raggruppati in tre appendici. La prima appendice include 1200 specie, per la precisione quelle che sono minacciate di estinzione o che possono essere influenzate dalle attività commerciali. Nella seconda appendice si trovano invece 21000 specie, non necessariamente minacciate di estinzione ma che potrebbero esserlo a causa dell’incompatibilità con altri animali.
C’è poi la terza appendice, quella che include circa 170 specie (tra cui la civetta del Botswana), anch’esse non minacciate nell’immediato ma per cui sono stati chiesti un controllo e un’assistenza speciali da un determinato stato membro. Tra l’altro, il calendario di gennaio della CITES è piuttosto fitto. Dall’11 al 15 gennaio ci sarà il 66° meeting del comitato a Ginevra (per approfondire i report finanziari del 2014 e del 2015), mentre dal 27 al 29 gennaio si svolgerà un incontro regionale a Panama, parte integrante della road map che condurrà all’appuntamento centrale di Johannesburg del 5 ottobre 2016.
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