Wilderness: l’orso marsicano sui Monti Ernici e sui vicini Monti Sibruini, una notizia non proprio positiva come qualcuno crede.
Che l’Orso bruno marsicano frequenti i Monti Ernici è notizia vecchia di decenni, e che forse vi si stabilisca per certi periodi dell’anno anche. Ora, che alcuni individui (si parla di uno, forse due o tre) siano stati segnalati anche quest’anno non è altro che la conferma di un dato di fatto. Che questi individui si siano anche spostati sui limitrofi Monti Simbruini (ancora più vicini a Roma e ancora più lontana dal Parco d’Abruzzo) è invece certamente una novità. Ma non è una buona notizia. Come la segnalazione di orsi che negli ultimi decenni sono stati segnalati in Majella, Monte Velino, Monte Sirente, Gran Sasso e Laga, Monti Lucreteli prossimi a Roma, Monti Sibillini all’estremo nord e Monti del Matese all’estremo sud, queste segnalazioni dei Simbrunini – Ernici sono semplicemente prova di un malessere.
Quel malessere che ha portato gli orsi del Parco d’Abruzzo e dei suoi ristretti circondari a calare di numero dai cento e più individui dei primi anni ’70 del secolo scorso ai circa 40 di oggi. Una sconfitta per le autorità che per tutto questo tempo hanno avuto il compito di gestire la popolazione di questo straordinario animale. Nonostante ciò, pur essendo comprensibile l’esultanza dei naturalisti, che per aver avvistato uno o più orsi ne hanno giustamente gioito, il loro successo (l’avvistamento e la fotografia del/dei soggetti) non può essere considerato un successo per la popolazione, bensì prova di quel malessere succitato.
Innanzi tutto, perché almeno nei Monti Ernici l’avvistamento dell’Orso marsicano o il ritrovamento dei segni della sua saltuaria presenza non è una novità, essendosi già verificato, e in più occasioni, proprio, e guarda caso, con un progressivo aumento a partire da quei famigerati anni ’70 che diedero il primo colpo di maglio alla compattezza della popolazione originaria con i primi segnali di una diminuzione che per anni si è testardamente negata.
Bisogna fare di tutto per salvare questi individui, ma soprattutto bisognerebbe fare in modo che possano rientrare nel loro territorio di origine, dove l’aumento della popolazione favorirebbe la riproduzione, non sperare che restino nei Simbruini-Ernici per creare una nuova popolazione che resterebbe comunque alla dipendenza (ed in una depandance!) di quella originaria. Il timore è invece che si faccia magari di tutto per chiedere a gran voce l’istituzione in questo territorio dell’ennesimo nuovo inutile Parco e/o la chiusura della caccia, facendo così “avvelenare” i cacciatori che in gran parte si potrebbero trasformare in bracconieri non più controllabili dai servizi di vigilanza; Parco o non Parco.
La collaborazione che l’ATC FR1 ha messo a disposizione per proteggere questi individui di orsi dal rischio di una loro accidentale uccisione durante le battute di caccia al cinghiale non deve trasformarsi in una penalizzazione per il mondo della caccia. Se collaborazione deve essere, che sia con correttezza di rapporti e senza infingarderia. Ben altri sono i problemi da risolvere per salvare l’Orso marsicano, negli Ernici ma anche in tutta la fascia esterna del Parco d’Abruzzo e nel Parco stesso. La scrivente Associazione ne ha scritto da anni. Ma se si continua a voler trasformare in fatti positivi quelli che sono solo segnali negativi, non si arriverà da nessuna parte. Intanto gli orsi negli Ernici non sono minacciati dalla caccia, quindi la si smetta di vedere nel cacciatore il suo nemico principale.
Quegli orsi sono semplicemente lì perché alla ricerca di quelle cose che gli sono mancate nel Parco d’Abruzzo e sue zone esterne: quiete e cibo. Favorire sugli Ernici questa possibilità è buona cosa, ma a condizione che lo si faccia anche nel Parco d’Abruzzo. Altrimenti rischiamo semplicemente si fare aumentare la popolazione ernica a spese di quella marsicana. Se per godere di ogni orso in più sugli Ernici-Simbruini saremo costretti a contare un orso in meno nella Marsica, allora godremo solo di una sconfitta!
Franco Zunino
Segretario Generale AIW
( 27 dicembre 2012 )