Franco Zunino dell’Associazione Italiana per la Wilderness e Giuseppe Rossi commissario dell’ente Parco Nazionale d’Abruzzo mettono da parte i contrasti per lavorare alla conservazione dell’Orso marsicano.
E’ il caso di dire che con l’orso marsicano i colpi di scena non mancano mai. L’ultimo probabilmente non se lo sarebbe mai aspettato nessuno. Dopo una strenua lotta all’ultimo comunicato e, qualche mese fa, pure una querela, il Parco Nazionale d’Abruzzo e l’associazione Italiana per la Wilderness depongono le armi e scelgono di collaborare per la salvaguardia dell’orso. Il motivo sembra essere la necessità di confrontarsi su temi che riguardano allevatori e cacciatori, categorie alla quale l’Associazione Italiana per la Wilderness, AIW, è molto vicina.
Giuseppe Rossi, commissario del Parco Nazionale d’Abruzzo e Franco Zunino, segretario e fondatore dell’Associazione Italiana per la Wilderness, in passato impegnato in ricerche sull’orso commissionate dallo stesso Parco, seppelliscono l’ascia di guerra. Infatti di una vera guerra mediatica si è trattato finora, con botta e risposta che qualche mese fa sono culminati in una querela da parte del Parco nei confronti di Zunino.
Al centro delle dispute le più svariate questioni riguardanti la conservazione dell’orso marsicano: al segretario di AIW ciò che succedeva al Parco non andava affatto giù. Ma, incredibilmente, proprio dopo la querela, è tornato il sereno. Il Parco tenta in questo modo di intercedere, come si deduce dal comunicato, presso cacciatori e allevatori, categorie che sono implicate in problematiche relative alla conservazione dell’orso, i cacciatori perchè il piano venatorio in Abruzzo è completamente mancante e il tavolo tecnico del PATOM lavora con qualche difficoltà ( testimoniata dall’iter decisamente complesso del calendario venatorio di quest’anno e dal fatto che il Parco stesso abbia una posizione che definiremmo almeno “vaga”, in proposito).
Gli allevatori, invece, sono coinvolti nelle questioni riguardanti la gestione dei pascoli nel parco e in quelle dei monitoraggi sanitari, che quest’anno sono esplosi fragorosamente con il focolaio di tubercolosi a Gioia dei Marsi. Perciò, nel programmatico comunicato del Parco si legge: “L’AIW si è fatta spesso anche un poco portavoce di queste categorie, presentandosi, in varie occasioni, come impegnata mediatrice per la soluzione dei conflitti insorti. A seguito di alcuni recenti incontri chiarificatori tra i responsabili del Parco e la dirigenza dell’AIW, è stato concordato di ristabilire un positivo rapporto di collaborazione, nell’interesse reciproco e nell’interesse precipuo della conservazione.
“L’Ente Parco, nel rispetto di una reciproca civile dialettica e delle proprie prerogative, sarà lieto per il futuro di valutare con senso costruttivo le istanze e/o le possibili critiche e le considerazioni che l’AIW riterrà di avanzare per la comune finalità di salvaguardia dell’Orso marsicano. Infine, secondo quanto concordato, l’Ente Parco e l’AIW porranno particolare impegno nel cercare le migliori soluzioni dirette a migliorare i rapporti esistenti e superare positivamente eventuali conflitti con cacciatori, allevatori e pastori. Si tratta, infatti, di categorie da considerare in modo costruttivo nelle politiche di conservazione, coinvolgendole attivamente nelle azioni di tutela dell’orso marsicano e del suo habitat.”
Ora sarà da vedere se e come queste azioni entreranno in sinergia con il lavoro del Tavolo Tecnico sulla caccia istituito dal Ministero dell’Ambiente secondo ciò che era scritto nel PATOM, e come si coordineranno con le iniziative del Progetto Life Arctos, finanziato con fondi europei, che all’aspetto dell’allevamento e delle questioni sanitarie dedica due azioni, la C1 e la C2. I piani che renderanno operative le due azioni sono ora in fase di scrittura e dovranno essere verificati dal Tavolo di Coordinamento del Progetto, al quale ovviamente, partecipa anche il Parco Nazionale d’Abruzzo.
L’orso marsicano è a grave rischio di estinzione. L’ultima stima parla di 40 individui e molti sforzi sono stati fatti, ad oggi, per scongiurare la scomparsa dell’animale. Molti fondi sono stati stanziati e che questo dispiegamento di forze e denari porti a dei risultati tangibili è ormai una questione di responsabilità civile, che ricade sul Ministero dell’Ambiente, e a cascata, sulle altre istituzioni, certo non ultimo il Parco d’Abruzzo.
7 novembre 2012
Fonte: GaiaNews