In un comunicato di Wilderness Italia si apprende della morte di un orso marsicano e di come la colpa di tutto ciò ancora una volta ricada sui cacciatori.
E’ morto un altro orso marsicano! E’ anche normale che ogni tanto qualche orso muoia per cause “naturali”; il problema è che aggiunto ai tanti morti per cause che riportano sempre all’uomo significa un altro passo verso il baratro dell’estinzione di questa popolazione.
E ancora una volta non si sentono le autorità proporre soluzioni pratiche per la protezione, per la conservazione del suo habitat e per un miglioramento delle necessità alimentari, tanto meno per un rispetto al silenzio dei suoi luoghi ed alla loro solitudine: il turismo ecologico è sempre lì, presentato come una della cose che salveranno l’orso!
I cacciatori sempre lì, citati, o come ectoplasmi, fatti balenare come la causa principale della morte degli orsi. I siti SIC si citano come scusa per ottenere finanziamenti dall’Unione Europea, ma nessuno dice nulla quando sui siti SIC si costruiscono ettari di centrali fotovoltaiche. Il fantomatico PATOM che a tutto questo dovrebbe provvedere e che invece è sempre lì a dire che sì, si può autorizzare tutto quello che invece dovrebbe essere impedito.
Intanto le autorità sminuiscono l’impatto dei cinghiali sull’habitat dell’orso e sulle sue risorse alimentari naturali ed artificiali (sarebbe interessante sapere quanti dei popolamenti di Pancacciolo esistono ancora sulle montagne del Parco, e quante mele selvatiche a primavera sono ancora lì, sotto gli alberi, in attesa che gli orsi escano dalla tane di svernamento!) e stanno iniziando una ricerca ed un conteggio della Coturnici (cosa giustissima), che ovviamente finirà col richiedere ulteriori chiusure alla caccia (cosa inutile, essendo la specie già protetta anche nelle zone esterne al Parco) ma utili per buttare fumo negli occhi all’opinione pubblica anticaccia.
Si dirà che servirà migliorare i pascoli con la presenza degli antichi greggi di pecore (che per altro favorirebbero anche l’orso), come le popolazioni mantenutesi floride in tutte le montagne che fino a pochi decenni fa erano aperte alla caccia stanno lì a dimostrare (mentre nel Parco chiuso alla caccia da quasi cento anni, la specie può dirsi quasi estinta!).
Tutti però tacciono sul fatto che l’orso morto non vivesse più nel Parco Nazionale d’Abruzzo, ma in quello del Sirente (forse ritenuto più accogliente per ragioni che solo l’orso conosce, e che forse non sono molto dissimili da quelle degli emigranti che un tempo lasciavano l’Italia e che oggi in Italia arrivano!). Ancora una volta non ci resta che pregare: che Dio salvi l’orso da chi dice di amarlo!
E, visto che già circolano voci sulla non distinzione del DNA tra l’Orso marsicano e l’orso balcanico, rassegniamoci: sentiremo presto voci ufficiali ed “autorevoli” che proporranno l’introduzione di esemplari da quella regione per rinsanguare la popolazione. Così la giostra potrà di nuovo girare a pieno ritmo!
Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW