L’unione di intenti tra Coldiretti e CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) è stata accolta anche con qualche perplessità che riguarda una serie di aspetti. È proprio per questo motivo che la redazione di Caccia Passione ha deciso di intervistare Maurizio Zipponi, presidente di CNCN, per avere qualche chiarimento in più e rispondere a chi non è convinto dall’accordo. Queste sono le domande che gli abbiamo posto.
Come risponde alle critiche secondo cui la costituzione dell’Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia favorirebbe la creazione di nuove riserve di caccia?
Innanzitutto chiariamo subito che AB non è un’associazione sovrapponibile ad una venatoria, né tantomeno ha l’ambizione di diventarlo. L’obiettivo di AB, infatti, non è quello di creare nuove riserve di caccia, bensì quello di mettere a sistema il 14% del territorio agro-silvo-pastorale italiano, all’interno del quale le stesse sono collocate; quindi quello di generare economia sul territorio, a beneficio tanto del mondo venatorio quanto di quello agricolo.
Come si pone la nuova associazione nei confronti dell’articolo 842 del Codice Civile?
Per il CNCN l’articolo 842 del codice civile è il pilastro normativo per la gestione dell’attività venatoria nel nostro Paese e questo non è mai stato messo in discussione, anzi è un concetto reiterato più volte dal Comitato anche in occasione delle riunioni della Cabina di regia. Di conseguenza, Il CNCN, tramite le attività che svolge quotidianamente e da anni, opera in difesa della caccia “sociale”, nel pieno rispetto dell’articolo 842 e delle leggi vigenti di gestione faunistica e ambientale. Lo stesso varrà per la nuova associazione AB.
Non si rischia uno stravolgimento della Legge 157 del 1992?
L’Associazione AB non nasce in conflitto con nessuna legge o normativa. Coerentemente con la legge 157, AB riconosce che la fauna è una componente centrale nelle riserve di caccia, e la nascita di un’associazione come questa porrà particolare attenzione a questi ecosistemi, che abbiamo chiamato “oasi di biodiversità” e contribuirà a generare una cultura dell’importanza della sua gestione. In relazione e nel pieno rispetto della legge 157 del 1992, il CNCN ha sempre perseguito obiettivi per la tutela della biodiversità e per la caccia sostenibile, e crede fermamente nell’importanza di proteggere e favorire lo svolgimento delle attività agricole sul territorio, attraverso la promozione di una gestione dell’esercizio venatorio in armonia con il patrimonio ambientale e faunistico disponibile.
Le posizioni delle associazioni venatorie sono molto diverse tra loro, come è possibile uniformare il giudizio?
La collaborazione dell’associazionismo venatorio è un tema su cui lavora da tempo la Cabina di regia, che il CNCN segue attivamente dalla sua nascita prestando un servizio di segreteria operativa. Pertanto, siamo da sempre in prima linea per aiutare il mondo venatorio verso un processo di rappresentanza unitaria di fronte alle istituzioni, alla politica e all’opinione pubblica. In generale, crediamo che fare un passo importante verso il riconoscimento degli obiettivi prefissati da AB dovrebbe essere guardato con favore dalle associazioni venatorie, anche nell’ottica del rafforzamento della nostra rappresentanza presso le istituzioni, visto che da anni viene richiesta da tutte le parti una maggiore collaborazione tra mondo venatorio ed agricolo.
La comunicazione si è rivelata finora insufficiente per sensibilizzare l’opinione pubblica, perché proprio con l’Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia dovrebbe essere più efficace?
La comunicazione è sicuramente un’area su cui continueremo a investire per diventare sempre di più il riferimento di tutto il comparto agrivenatorio. Dobbiamo riconoscere che l’Associazione AB nasce con l’obiettivo di colmare un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, il mondo agricolo e quello delle istituzioni e su questo lavorerà anche per sensibilizzare l’opinione pubblica. Con AB avremo finalmente l’occasione di poter comunicare in maniera più efficace e diretta a tutti gli interessati e, soprattutto, di dare assistenza e valore aggiunto a un settore strategico per l’Italia che, fino a questo momento, ha avuto un potenziale inespresso.
Quale sarà il ruolo della scuola in questo inizio di percorso di AB?
Avrà senza dubbio un ruolo importante. All’interno delle scuole, AB inizierà un percorso di sensibilizzazione rispetto ai propri obiettivi e ai servizi messi a disposizione dalle aziende faunistiche e agrituristico venatorie, utili a generare economia su una fetta importante del territorio agrosilvopastorale italiano. La realizzazione di progetti didattici e scientifici sarà, inoltre, utile a suggerire soluzioni atte ad affrontare le sfide ambientali e di preservazione degli ecosistemi con una strategia a lungo termine, coinvolgendo attivamente gli studenti sul territorio. Oltre alle scuole saranno fondamentali le collaborazioni che AB ha intenzione di stringere con gli enti locali, le istituzioni e le associazioni che sono impegnate nella gestione e valorizzazione del territorio e nella tutela della biodiversità.