Oggi l’ultimo atto del processo: dopo aver sentito le testimonianze – confuse e contraddittorie –degli altri animalisti intervenuti alla manifestazione del 2016 (e che hanno provato a passare per vittime e giocare la carta della difesa personale), l’aggressore è stato condannato per lesioni personali, oltre che al risarcimento del danno patito dalla persona offesa e al pagamento delle spese legali da questa sostenute.
Durante il processo l’imputato non si è mai presentato in aula, nemmeno oggi, giorno in cui doveva essere sentito dal Giudice e pur presenti i suoi “colleghi”. Ci auguriamo che questa condanna, dei cui effetti reali l’imputato si accorgerà indipendentemente dalla misura della pena, possa servire quale lezione a chi crede di essere legittimato ad usare la violenza e la prevaricazione per far valere i suoi – discutibili – ideali contro la caccia e i cacciatori.