L’aggressione al Premier: violenza come sfogo del non dialogo….. una storia venatoria.
Il Partito Politico Caccia Ambiente manifesta il proprio sdegno per quanto accaduto ieri al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e, augurandosi che fatti del genere non si ripetano ulteriormente, esprime solidarietà al Premier.
Il gesto di violenza frutto del clima di odio politico presente nel nostro paese non può essere sminuito dalle presunte precarie condizioni di salute mentale di chi, proprio per questo motivo, non dovrebbe essere stimolato alla violenza da chi potrebbe dare un esempio opposto magari costruttivo.
Quanto accaduto, nei fatti e nei presupposti, accomuna gli eventi di queste ore agli ultimi anni di storia venatoria.
Noi cacciatori come nessun altro sappiamo cosa significhi essere costantemente attaccati da chi antepone al dialogo continue angherie pretestuose, pilotate e dedite a sviare la realtà in nome di una più comoda bugia.
Gli esempi li abbiamo sotto gli occhi. Ogni giorno proviamo a difenderci ma sappiamo bene che mentre il dialogo con le istituzioni è difficile e spesso artefice di un eco sordo, con altri soggetti, auto-proclamatisi a difensori di un ambiente comodo solo alle loro tasche, il dialogo non c’è.
Manca il dialogo, ma non risulta assente all’appello la violenza; la stessa violenza di chi glorifica la morte di un bambino colpito da un fulmine solo perché accompagnava il padre durante un giornata di caccia o di chi inneggia attraverso un proprio sito web atti di ferocia verso i cacciatori augurandone la morte attraverso l’immagine di una bara propiziatoria.
Eventi che potrebbero indurre con tanta facilità qualche matto o più facilmente un fanatico protezionista (passateci la distinzione) a compiere azioni brutali, simili se non più gravi dell’aggressione al Premier, magari stavolta verso un cacciatore che sta passeggiando per i campi.
Ci appare strano se non ironico percepire poi che dai soggetti istituzionali più moderati, assenti al tavolo del dialogo, il contrasto alla violenza risulti cieco a tutto ciò e si accanisca invece verso chi, ad esempio, nel richiedere la concessione della licenza di caccia si trova perseguitato anche soltanto per il fatto di essere disoccupato.
Per alcuni soggetti la condizione di disoccupato e più pericolosa di chi si augura che le morti per cause venatorie, già gonfiate nei numeri, possano aumentare in gran misura.
Chi ci difende quindi? Chi ci da garanzie? Chi ci allontana dalla violenza altrui? Chi dialoga con noi?
Ci appare ironico se non strano che proprio noi dobbiamo chiedere difesa quando per tanti altri, troppo abituati a vederci, ma non a guardarci, siamo soltanto quelli col fucile in mano.
Abbiamo condotto una immediata ricerca sull’autore del violento gesto ed abbiamo appurato, UDITE, UDITE, che l’aggressore del Premier è un socio del WWF.
Se fosse stato un medico con la licenza di caccia a dar fuori di testa e compiere un qualunque atto di violenza, nessuno avrebbe detto che si trattava di un Dottore impazzito ma piuttosto di un cacciatore violento .
Oggi la realtà dei fatti ci dice che è l’assenza di dialogo e la menzogna a creare odio, ci dice che l’odio crea violenza, ci dice che i soggetti più predisposti a cedere ad atti inconsulti sono quelli più fragili mentalmente, …. ci dice che uno di questi soggetti è iscritto al wwf.
Auguriamo al Presidente del Consiglio una pronta guarigione, auguriamo a tutti coloro che subiscono odio pretestuoso che genera violenza di poter ottenere giustizia.
CACCIA AMBIENTE
DIREZIONE NAZIONALE