Vincenzo Donvito, presidente dell’ADUC (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), ha commentato alcuni cartelloni allestiti da Caccia Pesca e Ambiente che sono apparsi in diverse città italiane. Ecco la nota dell’associazione: “Un binomio un po’ misterioso, ma grazie all’associazione CPA (Caccia Pesca e Ambiente), e alla loro pubblicità con gigantografie in diverse città, dovremmo averlo capito. I cacciatori ci comunicano di aver scelto la vita perché vanno a caccia, e chiedono se sempre la vita è quella scelta da chi si sta iniettando una sostanza in una vena. L’immagine è esplicita. Poveracci (i cacciatori), per diversi motivi.
Primo. Non sanno che l’immagine del tossico sudicio, seduto in terra che si inietta droga nel braccio è decisamente desueta. Roba da anni ‘70 del secolo scorso. I tossicodipendenti oggi, salvo casi rari ed estremi, non sono come in quella foto, ma persone come tante altre, lavoratori e non lavoratori, quasi sempre assistiti dai Sert (servizi dipendenze delle Asl), forse anche cacciatori come loro. Secondo. Questi cacciatori ci comunicano di aver scelto la vita. Mah. Strano concetto di vita, considerato che loro per sport (non certo per nutrirsi come i cavernicoli a cui si ispirano) ammazzano altri esseri viventi. Terzo. Ai nostri cacciatori manca il buongusto: umano, estetico, fotografico, logico.
Se credono che con quest’immagine dei cartelloni possano indurre alcuni tossicodipendenti a non essere più tali e scegliere la “bellezza” della caccia… crediamo che non abbiano capito molto il “pianeta tossicodipendenze” e (visto che nel loro logo c’è anche la parola “ambiente”), il Pianeta in generale. Noi non abbiamo la pretesa di averlo capito e non diciamo loro quale sia. Ma partiamo da un altro presupposto rispetto al loro: su questo Pianeta ci dobbiamo vivere tutti, perché tutti contribuiamo al suo equilibrio. Mentre loro fanno sport uccidendo animali in ambienti che hanno ripopolato artificialmente per consentirsi di ammazzarli…. ché alla moria di animali ci pensano ben altri fattori ambientali ed umani che non le loro doppiette. Poveracci!”.