Un anno fa i quattro sono stati fermati dagli agenti del Corpo Forestale che avevano scoperto gli apparecchi usati per attirare le quaglie. Nei fuoristrada lasciati parcheggiati prima di procedere a piedi, invece, non era presente alcuna arma, un dettaglio che doveva essere determinante da subito. Si poteva infatti dimostrare senza problema l’innocenza di tutte le persone coinvolte, fortunatamente la Suprema Corte ha dato ragione ai cacciatori.
La ricostruzione è stata accettata, erano tutti in quell’area per allenare semplicemente i loro cani da ferma, senza avere a disposizione fucili, munizioni, reti o qualsiasi trappola per uccelli. L’atteggiamento da caccia è venuto meno e dunque per gli imputati è scattata l’attesa assoluzione.