L’Associazione per la Cultura Rurale del Veneto, assieme a tutte le Associazioni che hanno aderito al suo Progetto culturale, ha più volte sollecitato la Giunta regionale del Veneto ad emanare il calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2022/2023, obbligo di legge al quale doveva adempiere entro e non oltre il 15 giugno 2022.
La Giunta regionale del Veneto, sempre solerte a chiedere ai cittadini del Veneto il rispetto della legge, ha ritenuto di convocare in modo carbonaro solo i dirigenti di alcune associazioni venatorie riconosciute del Veneto, escludendone inspiegabilmente ed illegittimamente altri.
Cosa si siano detti l’assessore regionale alla caccia ed i suoi dirigenti, è fitto mistero, così come misteriosi sono i consigli che i dirigenti della famigerata “cabina di regia venatoria” hanno fornito al malcapitato assessore per indurlo a fare delle scelte che, ci auguriamo, non ricalchino quelle disastrose effettuate sotto dettatura durante la scorsa stagione venatoria in cui il calendario venatorio regionale è stato oggetto di ben cinque impugnazioni da parte del mondo animal-ambientalista e di altrettante sospensioni da parte del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto.
Il mondo venatorio del Veneto sta scoprendo e subendo in questi giorni i nauseanti miasmi fuoriuscenti dal recente nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale 2022/2027 ed inorridisce all’idea di quali possano essere i contenuti del nuovo calendario venatorio regionale partorito dall’accordo tra la Giunta regionale ed alcuni dirigenti venatori la cui competenza e la cui preparazione sono a tutti noi tristemente noti.
Dopo aver fatto gli incontri carbonari con alcuni dirigenti venatori, cosa aspetta la Giunta regionale ad emanare il calendario venatorio 2022/2023 visto che, ad oggi 4 luglio 2022, di questo provvedimento non si vede ancora traccia?
Aspettano forse, la Giunta regionale ed i dirigenti venatori della famigerata “cabina di regia”, che tutti i cacciatori abbiano pagato le ingenti tasse annuali di concessione governativa e regionale, le quote di accesso agli Ambiti Territoriali di Caccia ed ai Comprensori Alpini, prima di dire loro come andranno a caccia (forse) nel corso della prossima stagione venatoria?
Ma quale rispetto hanno costoro dei loro amministrati e dei loro associati se si permettono di trattarli in questo modo, quasi come fossero dei sudditi ai quali imporre l’obbligo di pagare prima ancora di sapere cosa avranno in cambio?
Siamo da qualche anno ancora in attesa di sapere quando verranno convocate le Commissioni esami per permettere agli aspiranti cacciatori di poter conseguire l’abilitazione all’esercizio venatorio. Eppure questi aspiranti cacciatori hanno pagato anticipatamente tutti i costi per poter sostenere gli esami.
Possibile che ai dirigenti venatori della fantomatica “cabina di regia” non interessi nulla di questi aspiranti cacciatori e che non sentano il dovere di fare adeguate pressioni all’assessore regionale mentre si incontrano di nascosto per parlare delle “loro cose private”???
Come avviene nelle sedute spiritiche, così come in quelle carbonare, ci auguriamo che si materializzi il fantasma del buon senso in modo tale che, una volta tanto, si privilegi il senso del dovere nei confronti dei cittadini anziché perdersi nelle camarille dei sottoscala di Palazzo Balbi (on. Sergio Berlato – Presidente Nazionale dell’Associazione per la Cultura Rurale).
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