In poche parole l’ente locale doveva chiedere allo stesso Istituto un altro parere aggiornato, un dettaglio considerato di non poco conto. Come ha spiegato la Provincia piemontese, il parere scelto è quello di cinque anni fa perchè l’ISPRA impiega parecchio tempo in questi casi e il piano si basava su un regolamento valido. Secondo il presidente Baldi ha trionfato la burocrazia. Quello che rimane è il problema da affrontare, cioè i danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole.
Nel caso dei caprioli, poi, non è stato ancora trovato un metodo valido per soddisfare gli agricoltori. Il pericolo è che le campagne vengano progressivamente abbandonate. La Provincia di Alessandria dovrà decidere se impugnare la sentenza: l’udienza ci sarà il 20 novembre, dunque fino a quel giorno i cacciatori che dovevano prendere parte al piano non potranno fare nulla.