Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte ha accolto il ricorso di Earth e Associazione Vittime della Caccia che avevano chiesto la sospensione del piano di abbattimento dei cinghiali approvato dalla Provincia di Alessandria. Fino al prossimo mese di novembre, dunque, questa attività non potrà essere svolta, mentre la caccia tradizionale verrà attuata nei tempi stabiliti. Secondo i giudici, l’amministrazione provinciale ha approvato il piano prendendo spunto da un parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che risale al 2013.
In poche parole l’ente locale doveva chiedere allo stesso Istituto un altro parere aggiornato, un dettaglio considerato di non poco conto. Come ha spiegato la Provincia piemontese, il parere scelto è quello di cinque anni fa perchè l’ISPRA impiega parecchio tempo in questi casi e il piano si basava su un regolamento valido. Secondo il presidente Baldi ha trionfato la burocrazia. Quello che rimane è il problema da affrontare, cioè i danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole.
Nel caso dei caprioli, poi, non è stato ancora trovato un metodo valido per soddisfare gli agricoltori. Il pericolo è che le campagne vengano progressivamente abbandonate. La Provincia di Alessandria dovrà decidere se impugnare la sentenza: l’udienza ci sarà il 20 novembre, dunque fino a quel giorno i cacciatori che dovevano prendere parte al piano non potranno fare nulla.