Il nuovo piano faunistico venatorio dell’Abruzzo non convince i cacciatori. Le associazioni sono infatti pronte a presentare un’osservazione dopo l’altra, soprattutto per quel che riguarda l’eradicazione del cinghiale nella fascia costiera. La Regione ha stabilito due tipologie di gestione degli ungulati. Si sta parlando della gestione conservativa nelle aree in cui la specie va mantenuta e quella non conservativa che ha come obiettivo proprio l’eradicazione.
La costa viene definita come “area non idonea”, un territorio in cui la presenza dei cinghiali non è in alcun modo compatibile con le attività dell’uomo. La ricomprensione della fascia costiera nel piano e il fatto che l’Abruzzo voglia favorire i sistemi di caccia individuale e di girata sta facendo innervosire i cacciatori del posto. In poche parole, tutto questo viene visto come un pericolo per la caccia in braccata.
In base a quanto sottolineato dal documento, la girata verrà favorita nel territorio provinciale di Pescara, Teramo e Chieti. La braccata non sembrerebbe a rischio, ma i cinghiali abruzzesi sono lo stesso sul piede di guerra e nei prossimi giorni ci saranno di sicuro degli aggiornamenti interessanti sulla questione.