Il territorio abruzzese è dominato da importanti rilievi (il massiccio del Gran Sasso e la Majella) e vasti sistemi collinari. Le zone più vocate a livello vitivinicolo sono la valle del fiume Pescara, l’altopiano costituito dalla valle o conca Peligna, la piana di Navelli anche detta Inferno o Forno d’Abruzzo per l’elevate temperature estive, e infine le colline teramane. Il clima è eterogeneo: dal mediterraneo della costa/collina (caldo/secco) alla montagna(piovoso, con forti escursioni termiche). A livello geologico troviamo giacimenti calcarei e carsismo nelle zone montuose, nel nord prevalgono rocce sedimentarie, argille e arenarie mentre al sud troviamo argille e sabbie ricche di fossili.
La cultura enoica abruzzese ha radici profonde, i primi a coltivare la vite furono i Vestini (VI a.c.), poi gli Etruschi, i Piceni, i Sanniti e i Romani. Fonti antiche ci testimoniano quanto i vini di questo territorio fossero graditi dagli antichi, come Ovidio di Sulmona che elogia il vino della Valle Peligna. Tra medioevo ed epoca moderna l’Abruzzo resta una terra rinomata per le grandi quantità produttive e la coltivazione della vite diffusa in quasi tutta la regione fino all’arrivo della fillossera. Fino a metà ‘900 la provincia dell’Aquila è stata la maggiore produttrice a livello vitivinicolo, solo dagli anni ’50 la maggiore produzione si è spostata sulle colline in prossimità della costa.
I principali protagonisti di questo straordinario territorio a livello vitivinicolo sono il Montepulciano d’Abruzzo e, per i bianchi, il Trebbiano (su cui torneremo con un articolo apposito).
Questo vino e il relativo, omonimo, vitigno non vanno confusi con il vino Nobile di Montepulciano, il quale invece viene prodotto dal Prugnolo Gentile, ovvero un clone del Sangiovese. Probabilmente si creò confusione per via di alcuni feudi medicei in Abruzzo, presso Ofena e Capestrano, dove si coltivava la vite secondo le abitudini toscane. Non c’è certezza sull’origine, probabilmente è un vitigno autoctono o, come sostengono alcuni, di lontana origine greca. È un vitigno rustico, vigoroso e molto produttivo. Da vini potenti e ricchi di sostanza, adatti all’invecchiamento. Vino perfetto per l’abbinamento con la cacciagione in generale e con carni ovi-caprine, con prodotti del territorio come arrosticini, ventricina, caciocavalli e i pecorini, nonché con paste condite da ricchi sughi di carne.
Le principali denominazioni in cui il Montepulciano è protagonista sono:
Terre Tollesi o Tullum DOCG: denominazione recente (2019), limitata a un piccolissimo areale (25 km/q) intorno al comune di Tollo, sulle colline vicine alla costa adriatica in una delle zone più vitate d’Italia, la provincia di Chieti.
Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG: denominazione dal 2011, prodotto da un min. 90% di uve Montepulciano, più un massimo 10% di Sangiovese, anche se quasi tutti i produttori vinificano in purezza. L’areale si trova in provincia di Teramo, nella parte nord della regione sulle colline tra il Gran Sasso e l’Adriatico. I terreni sono principalmente argillosi e calcarei. I vini sono molto fini, complessi ed eleganti, meno potenti e concentrati dei vini dell’area aquilana.
Montepulciano d’Abruzzo DOC: Denominazione storica risalente al 1968, in questo disciplinare il Montepulcianoutilizzabile è min. 85%, più un saldo non superiore al 15% di altre uve a bacca nera non aromatiche di produzione abruzzese. Gli stili produttivi e i terreni sono molto diversi in quanto la DOC comprende quasi tutta la regione: si va dai vini più fini e fruttati delle colline vicino alla costa, ai vini più potenti, concentrati e selvatici degli altopiani aquilani. Così come ci sono enormi differenze tra i grandi numeri dei grossi colossi cooperativi e le produzioni più limitate dei piccoli produttori. Mi limito a segnalarne due tra i più notevoli, anche se la lista sarebbe davvero lunga!
Montepulciano d’Abruzzo DOC Emidio Pepe 2012
Azienda storica ed emblematica, autentica portabandiera dell’alto valore qualitativo raggiunto da questo vitigno, è attiva dal 1964 a Torano Nuovo (TE). Il fondatore Emidio Pepe è uno dei pionieri nella riscoperta del Montepulciano. I 15 ettari dei suoi vigneti sono immersi in uno dei panorami più belli d’Abruzzo, vicino al confine con le Marche, e godono di un microclima ventilato, con discrete escursioni termiche per effetto della vicinanza del mare e della catena appenninica. L’azienda lavora con certificazione biologica e biodinamica impiegando lieviti indigeni. La filosofia produttiva di Emidio Pepe è semplicissima: “la casa del vino è la bottiglia”, per tanto solo vetro e vasche di cemento per la vinificazione, nessun uso di botti. Davvero notevole ed eccellente il Montepulciano 2012, di un bel rosso rubino intenso, al naso si presenta con evidenti note di lampone, ciliegia, frutta rossa e piacevoli note di liquerizia, mentre in bocca emerge un sorso pieno, vellutato, di grande struttura e tuttavia di appagante e scorrevole beva. È un vino di grande persistenza e finezza, estremamente elegante, con un tannino delicato e setoso.
Montepulciano d’Abruzzo DOC Cantina Praesidium 2010
Azienda familiare attiva a Prezza (AQ) dal 1988. Il nome deriva dall’antico termine usato per indicare la città di Prezza. I titolari sono Lucia e Ottaviano Pasquale. 5 ettari di vigneto collocati 400 msl nella Valle Peligna, dove il clima è caratterizzato da un’elevata escursione termica fra il giorno e la notte, favorendo così la produzione di vini di grande qualità. L’azienda possiede la certificazione biologica e impiega esclusivamente lieviti indigeni. Il loro Montepulciano 2010 sorprende per la grande potenza e forza che emerge dal bicchiere, davvero un’interpretazione rustica e verace di questo vitigno, tipica del territorio “estremo” dove viene prodotto. Rosso rubino di grande intensità, quasi impenetrabile. Al naso emerge una notevole complessità olfattiva, con sentori di frutta matura, ciliegia e lampone in modo particolare, cui seguono note speziate di pepe nero, nonché cuoio e tabacco. Particolarmente gradevoli alcune note minerali di pietra focaia. In bocca l’ingresso è potente e vivo, con un tannino di grande struttura. Vino corposo e rustico che riflette perfettamente il territorio e gli uomini che lo producono.