Giovedì 16 maggio, Niccolò Sacchetti, presidente di AB – Agrivenatoria Biodiversitalia, ha firmato una richiesta ufficiale all’Agenzia delle Entrate in merito all’applicazione dell’aliquota IVA per le cessioni di fauna selvatica destinate al prelievo venatorio. L’associazione AB sostiene che la fauna immessa nei territori di caccia, e successivamente prelevata dai cacciatori, ha come unica destinazione possibile il consumo alimentare umano, trattandosi di carni di pregio. Per questo motivo, AB propone che tali cessioni possano beneficiare dell’aliquota IVA agevolata del 10%, anziché dell’attuale 22%.
La Tabella A, parte III, allegata al D.P.R. n. 633/1972, prevede già l’applicazione dell’aliquota ridotta del 10% per la cessione di animali vivi come conigli, piccioni, lepri, pernici, fagiani, rane ed altri destinati all’alimentazione umana.
AB argomenta che la fauna selvatica ceduta alle aziende faunistico-venatorie (AFV) e alle aziende agricole venatorie (AAV) è messa a disposizione del cacciatore per l’attività venatoria e, una volta prelevata, è destinata all’alimentazione umana, non avendo altra possibile destinazione.
L’Agenzia delle Entrate si è già espressa in passato su casi simili. Nel 2010, ha chiarito che l’aliquota IVA del 10% si applica alle cessioni di pesci destinati prima alla pesca sportiva e poi all’alimentazione del pescatore. AB sottolinea che non ci sono differenze sostanziali tra le attività di pesca e caccia in termini di destinazione alimentare degli animali prelevati, il che giustifica la richiesta di applicare la stessa aliquota ridotta del 10% alla fauna selvatica.
Tuttavia, è importante notare che, come specificato dall’Agenzia delle Entrate in una risposta ad interpello del 2020, le cessioni di fauna destinate esclusivamente al ripopolamento ambientale sono soggette all’aliquota IVA ordinaria del 22%.
Niccolò Sacchetti ha dichiarato: “La richiesta inoltrata all’Agenzia delle Entrate rappresenta un importante presupposto per il riconoscimento dell’attività venatoria come strettamente connessa a quella agricola ed un nuovo passo di AB nella tutela degli Istituti faunistici privati.” Questa iniziativa sottolinea l’importanza di riconoscere la caccia come attività collegata all’agricoltura e la necessità di adeguare il regime fiscale per sostenere le aziende venatorie.