Treviso, Profilassi Antirabica: Nell’Ulss 9 saranno 50 mila i cani da sottoporre e profilassi obbligatoria, pena il pagamento di multe salate.
Sono circa 50 mila, di cui 35.000 regolarmente censiti, i cani da vaccinare nel territorio dell’ Ulss 9 per prevenire la diffusione della rabbia silvestre. La prevenzione vaccinale si rende è resa necessaria e obbligatoria dopo la comparsa di nuovi casi nelle volpi, in due cani e in un asino del vicino territorio della provincia di Belluno a partire da metà novembre 2009. L’obiettivo è la piena immunizzazione degli animali entro gennaio.
Lo scorso 24 novembre un’ordinanza regionale che ha reso obbligatoria la vaccinazione antirabbica per i cani e la vaccinazione facoltativa per gatti e furetti.
La rabbia è una malattia virale trasmissibile che colpisce animali selvatici, domestici e l’uomo. Già prima della comparsa dei sintomi il virus della rabbia è presente nella saliva dell’animale infetto e si può trasmettere all’uomo attraverso la morsicatura, la leccatura di pelle non integra o con le mucose.
Un animale con la rabbia può avere modificazioni del comportamento, ad esempio i selvatici possono perdere la naturale diffidenza verso l’uomo e diventare aggressivi. Si possono osservare difficoltà nei movimenti, paralisi e infine morte. Data l’elevata letalità che la caratterizza, la rabbia rappresenta una malattia a notevole impatto sociale, poiché non esiste terapia dopo la comparsa dei sintomi.
La prevenzione su base vaccinale, sia pre-esposizione che post-esposizione, ha dunque un ruolo determinante per la gestione della malattia negli animali e nell’ uomo. In caso di morsicatura è necessario lavare la ferita con acqua e sapone abbondanti per almeno 15 minuti e recarsi al pronto soccorso per ricevere le cure adeguate.
Si devono vaccinare gli animali domestici e segnalare al veterinario ogni comportamento anomalo o inusuale osservato negli animali da compagnia. In questa fase la Regione Veneto e il ministero della Salute hanno disposto per le zone a rischio il divieto di condurre cani, anche se vaccinati, nelle zone agro-silvo-pastorali, compresi l’esercizio venatorio e le operazioni connesse. Per l’Azienda Ulss di Treviso le zone rientrano nei Comuni di Cimadolmo, Fontanelle, Mansuè, Ormelle, Portobuffolè.
Il servizio veterinario pubblico si avvarrà dell’appoggio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Treviso e del contributo dei liberi professionisti presenti nel territorio. E’ possibile vaccinare il proprio cane rivolgendosi ai veterinari pubblici (con un contributo di 5 euro), nei punti messi a disposizione dai Comuni, ai veterinari liberi professionisti in convenzione (con un contributo calmierato di 20 euro) e ai veterinari in libera professione (con un contributo calmierato di 30 euro).
Il vaccino, sicuro e con rarissimi effetti collaterali, sarà effettuato anche sugli animali non ancora iscritti all’anagrafe canina. Questi ultimi saranno vaccinabili, comunque, previa identificazione mediante l’apposizione di un microchip sottocutaneo, e inseriti nella banca dati regionale, presso tutti i punti vaccinali dell’azienda nonché negli ambulatori dei medici veterinari convenzionati con l’anagrafe canina; il contributo che sarà necessario versare in questo caso sarà di 13,26 euro presso i veterinari dell’Ulss e 16 euro presso le strutture convenzionate.
“Pur senza scatenare inutili allarmismi – dichiara Pier Paolo Faronato, direttore sanitario dell’ Ulss 9 –, la concreta possibilità che questa malattia, riapparsa dopo molti anni, colpisca uomini e animali domestici richiede un’azione capillare ed efficace per contrastarne la diffusione, anche per evitare che si irradi verso altre zone del paese dove sarebbe quasi impossibile controllarla.
In questa direzione la collaborazione con i medici veterinari di libera professione rappresenta un momento prezioso di sinergia nella lotta alle malattie infettive e di opportunità per ottemperare a uno sforzo così impegnativo in così breve tempo”.
Fonte: Oggi Treviso.it