Sono i corvidi a banchettare indisturbati nei frutteti predando i già pochi frutti, in particolare pesche e albicocche, usciti indenni dalle gelate di inizio primavera e dalle recenti grandinate. A lanciare l’allarme sono gli agricoltori di Coldiretti Ravenna che denunciano una presenza massiccia tra i filari di gazze, cornacchie e ghiandaie, le cosiddette ‘specie opportuniste’ poiché amano predare i frutti provocando un forte impatto sulle attività produttive agricole nonché le uova delle altre specie direttamente dal nido, confermandosi quindi una minaccia anche per il patrimonio faunistico e l’ecosistema nella sua globalità.
Un problema, quello dei corvidi, avvertito in tutto il territorio provinciale, senza distinzione, dalla collina all’entroterra. “Anche le azioni di contenimento del primo Piano quinquennale regionale adottato dalla giunta dell’Emilia-Romagna esattamente due anni fa con l’obiettivo di aggiornare i vari Piani fino ad allora gestiti dalle Province e controllare così la presenza dei corvidi intervenendo a difesa dei frutteti – afferma il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – ultimamente sembra ‘arrancare’ e mostrare i suoi limiti dinanzi alla nuova pervasiva invasione di questi uccelli predatori”.
Nonostante in questi anni l’ammontare dei danni denunciati e risarciti da Regione e ATC provinciali sia andato diminuendo, si è passati infatti dai 170mila euro di 10 anni fa ai 70mila del 2017 con numeri ulteriormente in ribasso negli ultimi due anni, non è certo questo il tempo di abbassare la guardia perché – afferma il Direttore Zampini – la presenza dei corvidi è tornata in maniera prepotente mettendo in difficoltà i tanti frutticoltori alle prese con un’annata critica per via delle condizioni meteoclimatiche, degli eventi avversi e, ovviamente, anche a causa del lockdown legato alla pandemia”. Secondo Coldiretti, dunque, “occorre intensificare da subito le azioni di contrasto attuando interventi di controllo delle popolazioni di questi uccelli predatori immediati e più incisivi”.