Il valore della caccia
Nei giorni scorsi Federcaccia Modena insieme alla Federcaccia regionale dell’Emilia-Romagna ha ospitato un convegno dedicato al valore dell’attività venatoria in Italia, occasione per illustrare i risultati su questo tema della ricerca svolta dalla società di ricerca Nomisma. Durante i saluti iniziali il Presidente FIdC Modena Moreno Conti ha sottolineato l’importanza dell’apertura di un dialogo approfondito tra tutti i portatori d’interesse, mettendo l’accento sulla necessità di formazione, divulgazione e comunicazione delle nostre attività e conoscenze anche verso ambienti apparentemente lontani, ma che influenzano direttamente l’opinione pubblica. Il Presidente Federcaccia regionale Paolo Pini ha aperto i lavori evidenziando l’urgenza di una vivida collaborazione col mondo agricolo, una reciprocità che può portare a grandi risultati anche rispetto agli interlocutori Politici. Il Presidente ha sottolineato la qualità del cacciatore, la volontà di migliorare continuamente e l’impegno etico e pratico profuso con costanza verso l’ambiente e la società e con l’intenzione di migliorare i rapporti tra gli stakeholders. Paolo Pini annuncia altresì l’intenzione di dare vita ad un nuovo Convegno proprio sul rafforzamento di intenti tra cacciatori e agricoltori, un Convegno che ha lo scopo programmatico di attuare una formalizzata cooperazione tra mondo Venatorio e Agricoltura.
Dati tangibili
Lo specialista ambientale Nomisma Salvatore Giordano ha poi presentato la ricca ricerca commissionata da FIdC Nazionale che ha portato alla luce dati tangibili senza i quali si rimarrebbe fermi su opinioni prive di concretezza. Come l’Accademia ci insegna, sono gli aspetti tangibili e misurabili che danno forma alla realtà. L’attività venatoria in Italia ha un valore economico complessivo pari a 8.500 milioni di euro di cui oltre 700 milioni derivano dal valore naturale legato ai ripristini ambientali ed al mantenimento di aree verdi e zone umide. Da un punto di vista naturalistico il cacciatore è impegnato in prima persona nella salvaguardia degli habitat, portando dentro di sé un know how di primaria importanza; soprattutto in un’epoca in cui il concetto di Natura pare astratto, quando è in realtà fatto di esseri viventi animali e vegetali ed elementi inorganici che vanno conosciuti in ogni aspetto prima di essere fruiti. L’autoconsumo di selvaggina, il monitoraggio sanitario, il lavoro di tutela degli argini, la pulizia degli alvei, il mantenimento dei sentieri nei boschi e delle strade carraie, l’utilizzo delle erbe spontanee, il riconoscimento dei funghi, le rilevazioni della presenza di specie migratrici, i censimenti degli ungulati, sono solo una parte del lavoro prodotto dall’attività venatoria in Italia e che si può sintetizzare parlando di valore sociale, economico, sanitario, ecologico, idrico, naturale e di prevenzione danni alle coltivazioni. Centinaia di milioni di euro che in assenza del nostro lavoro dovrebbero essere stanziati dalle Amministrazioni locali.
Tanta dinsinformazione
Un dato estremamente interessante emerso dallo studio è che 2 italiani su 3 si reputano disinformati in merito a tutto ciò di cui abbiamo parlato, questo è un punto focale su cui fermarsi a ragionare, per poi agire. La presentazione è stata seguita da diversi interventi al tavolo dei relatori. Onorati della presenza dell’Assessore Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, che prende la parola esprimendo pieno supporto verso di noi cacciatori e mettendo in rilievo il valore che ha la caccia per il mondo agricolo. La gestione faunistica è cardinale sia per la corretta produzione agricola che per la sicurezza sanitaria e stradale della cittadinanza. L’Assessore Mammi sostiene un ambito oggigiorno così spinoso con forza e determinazione nonostante le svariate difficoltà incontrate. Il Sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli ha ricordato che da sempre appoggia la nostra attività, ne riconosce il peso come chiave di volta nella gestione del territorio, ha ricordato anche un evento da noi organizzato in ambito naturalistico come esempio della visione di condivisione che Federcaccia ha nei confronti dei cittadini per aumentare la sensibilità verso temi sostanziali come la salvaguardia ambientale. Il Presidente di Cia Emilia-Romagna Marco Bergami e il Presidente Confagricoltura Emilia-Romagna Davide Venturi portano interventi positivi, di sostegno e apertura, un confronto produttivo che merita di essere coltivato con cura.
Gli aspetti qualitativi
Un consistente dibattito si è acceso in sala, hanno preso parola esponenti di diversi portatori di interesse, portando la propria esperienza e la propria speranza. Nel corso del dibattito è emersa anche la questione prettamente culturale dei temi trattati, un ossigeno vitale che merita di essere indagato maggiormente e a fondo, per poi poter divulgare l’aspetto qualitativo che vive nel nostro mondo agreste. La conclusione dei lavori è stata tra le mani dell’Ufficio di Presidenza di FIdC Nazionale nella persona di Stefano Merighi, che ha ribadito la rilevanza di questo studio come una solida base per un linguaggio contemporaneo, un’opportunità di crescita per un futuro di cooperazione interdisciplinare. Merighi inoltre ha ricordato la legge europea sul ripristino della Natura votata pochi giorni prima al Parlamento Europeo, legge che prevede il ripristino del 20% degli ecosistemi entro il 2030, stabilendo un obiettivo comune inerente al benessere mondiale, alla sostenibilità, alla conservazione della biodiversità, grandi temi che possiamo condividere con fierezza. La terra è stata arata e seminata, ora sta a noi tutti dare acqua e protezione affinché rigogliosamente germogli! (Valentina Morsiani – Federcaccia Modena).