Alla manifestazione, oltre al presidente della Federazione dei cacciatori maltese Joseph Perici Calascione, ha presenziato anche un rappresentante del Governo maltese per dimostrare la vicinanza al mondo venatorio locale e supportare l’interesse dei cinofili dell’isola ad entrare nel circuito delle prove internazionali. Dopo aver tenuto un incontro informativo la sera precedente la gara per meglio esporre il regolamento della specialità, che come ricordiamo è stata “inventata” proprio da Federcaccia ormai mezzo secolo fa, divenendo poi una formula praticata in tutta Europa, Dandolo e Torelli hanno giudicato una quarantina circa di concorrenti, suddivisi in due batterie.
Semplicemente spettacolari – a detta dei due tecnici italiani – i terreni dove è stata corsa la prova, un promontorio sul mare dalle caratteristiche atte a selezionare i concorrenti scesi in campo, con qualche riserva forse solo per le razze inglesi, un po’ frenate dagli spazi ad esprimere appieno le caratteristiche di razza. Decisamente più a loro agio i bracchi maltesi, razza locale da cerca che ha positivamente colpito i nostri giudici. Alta l’attenzione dei locali, sia cacciatori che agonisti, e delle autorità per la specialità S.Uberto, tanto che è stato espresso l’interesse a formare un gruppo di giudici specializzati in questa disciplina in Italia, proprio sotto l’egida della Federcaccia, per allargare il numero di prove da organizzare sul territorio della Repubblica e poterle giudicare autonomamente.
Unico freno, al momento, la possibilità per i cinofili maltesi di programmare le manifestazioni di questa natura solo durante il periodo di caccia, mentre come è logico in tutti gli altri Paesi, Italia compresa, è proprio a stagione venatoria conclusa che più ci si concentra sull’agonismo. Anche per questo motivo, una maggiore richiesta da parte degli appassionati potrebbe indurre il Governo maltese a mettere in linea la propria legislazione in materia con quella degli altri Paesi europei.