Trap Concaverde
La sala congressi Trap Concaverde di Lonato ha ospitato lo scorso 31 maggio una serata di approfondimento sull’aviaria, un aggiornamento dopo il grande lavoro dei cacciatori di acquatici degli ultimi anni, a cura della sezione Acma (Associazione Cacciatori Migratori Acquatici) di Brescia. Alla serata sono stati presenti alcuni dei principali esperti italiani in materia, in particolare il dott. Calogero Terregino dell’Izsve di Padova e la dott.ssa Ana Moreno Martin dell’Izsler di Brescia. Presente anche Mario Chiari, Dirigente Veterinario Dg Welfare di Regione Lombardia. L’obiettivo della serata è stato quello di fare un bilancio di questi 4 anni di monitoraggi da parte dei cacciatori di anatidi, indispensabili sentinelle del territorio per capire l’evoluzione dell’aviaria sul nostro territorio, collaborazione che permesso ai nostri cacciatori di poter utilizzare i loro richiami nell’attività e l’immissione di pronta caccia nelle zone di minor rischio e in zona A.
Utilizzo dei richiami
“Siamo soddisfatti per aver organizzato una serata che ha dato ottimi spunti, ma c’è amarezza per la poca partecipazione all’iniziativa -ha spiegato Alberto Bocchi, delegato di Acma Brescia-. Da questa serata ci portiamo dietro la grande gioia per l’approvazione del mondo scientifico per il nostro lavoro. I dati che contribuiamo a raccogliere servono per monitorare la situazione ed evitare ulteriori problematiche, permettendo a noi di svolgere la nostra attività e ad utilizzare i nostri richiami”. Oltre ad altri esperti del settore erano presenti i rappresentanti dei cacciatori d’acquatici dell’Acma, Federcaccia Lombardia con il Presidente Marco Bruni e Veneto e rappresentanti delle associazioni avicole. Dalla serata è emerso che l’evoluzione di questi virus ad alta patogenicità (HPAIV) è sempre più preoccupante poiché oltre ad estendersi su tutti i continenti (ultimamente anche in Australia) si è concretizzato il passaggio dall’avifauna ai mammiferi (in particolare recentemente sui bovini in USA con 3 casi di infezione tra gli allevatori di mucche da latte allevate allo stato brado). Colpiti anche diversi predatori tra cui la volpe (due casi anche in Italia).
Allevamenti di pollame
Nel corso degli ultimi anni la collaborazione del mondo venatorio e dei nostri cacciatori con gli istituti preposti si è via via affinata e ampliata con obiettivo principale l’individuazione e la segnalazione tempestiva dei virus H5 e H7 ad alta patogenicità negli anatidi presenti nel nostro territorio. Il lavoro dei cacciatori permette l’applicazione di misure idonee per prevenire l’introduzione del virus negli allevamenti di pollame domestico e salvaguardare la salute pubblica e animale. Lo scorso anno l’individuazione precoce (3 e 15 novembre 2023) tra gli anatidi abbattuti del virus H5N1 ha permesso di allertare prontamente gli allevatori per accelerare i tempi di consegna e liberare quanto prima i siti industriali. Di fatto i focolai sono stati molto contenuti. Ancora una volta i tecnici hanno ribadito l’importanza di ampliare la sorveglianza passiva (volatili trovati morti) e attiva (tamponi sui capi abbattuti e sui richiami).
La collaborazione del mondo venatorio
Nelle annate 2022/23 nella sola Lombardia grazie alla rete costituita dai 12 appostamenti fissi individuati sono stati raccolti circa 3260 tamponi cloacali (61% alzavole) in cui la presenza del virus è stata riscontrata positiva nel 2022 per il 4,15 % e nel 2023 per il 5,47% dei campioni. Tra i vari interventi molto importante quello di un rappresentante dell’associazione avicoltori che colpito positivamente dalle informazioni ricevute ha tenuto a ringraziare i cacciatori per la collaborazione e l’attività svolte di cui non era così profondamente a conoscenza grazie alle quali molti oneri e problemi sono stati largamente evitati. Infine va sottolineato come la collaborazione mondo venatorio – ricerca scientifica – tutela sanitaria e interesse economico si sia ampliata e confrontata permettendo aperture nell’uso dei richiami sia pure da appostamento fisso nelle zone ad alto rischio della pianura padana e la possibilità di trovare accettabili soluzioni anche nello spostamento giornaliero dei richiami in zone come la laguna veneta in cui non è praticabile un impianto fisso e la presenza di allevamenti industriali è molto contenuta. Un ringraziamento particolare da parte di Acma va a Vittorio Binetti e Alberto Bocchi per l’iniziativa e il contributo a salvaguardare attività venatoria e interesse pubblico (fonte: ACMA).