La protesta non ha precedenti e i motivi sono due: questi ungulati sono considerati un patrimonio e la zona scelta non viene considerata la più adatta per il ripopolamento. Secondo Confagricoltura, però, il sovrappopolamento di daini e mufloni (ma non solo) provoca danni incalcolabili al settore primario: tra l’altro, stanno crescendo di anno in anno ed è necessario che ognuno faccia la propria parte.
L’invito ai cacciatori fiorentini è quindi quello di adeguarsi alle nuove circostanze e rispettare il lavoro altrui. Lo sciopero dei fucili è stato giudicato un’azione spettacolare senza alcun effetto concreto, se non quello di causare altre perdite agli agricoltori e danni all’ecosistema toscano.