Antica ed affascinante, suggestiva e leggendaria la caccia col falco richiama alla mente ricordi d’infanzia, di fiaba e d’avventure mozzafiato. Sorprende scoprire che pur essendo una forma di caccia di nicchia, riservata a pochi, ancora questa nobile arte sia praticata in buona parte del territorio europeo.
Parlare di falconeria significa parlare dell’arte che addestra i rapaci con lo scopo d’insegnare loro la caccia di prede selvatiche, direttamente all’interno dell’habitat naturale. La tecnica regala soddisfazioni davvero notevoli eppure addestrare un rapace richiede tempo, impegno e spese non da poco. Questo e le numerose restrizioni legislative non consentono a questa tipologia di caccia una diffusione di massa, eppure non sono pochi i cacciatori professionisti che affascinati da quest’arte ripongono il fucile e si votano ad un’arma letale e intelligente quale sa essere il falco.
Come ogni disciplina antica che si rispetti conosce notevoli varianti e tipologie che si distinguono specialmente in base alla preda, in base al rapace che viene utilizzato, o soprattutto in relazione all’ambiente nel quale il rapace si trova ad operare.
Detto questo possiamo in linea di massima distinguere fra:
• caccia d’alto volo durante la quale vengono impiegati i falchi di taglia grossa come ad esempio i pellegrini, i lanari, i sacri o girfalchi;
• caccia di basso volo che praticata specialmente con gli accipiter;
• caccia con poiane
• caccia con falchi di piccola taglia come ad esempio il gheppio comune, l’americano o lo smeriglio.
Si potrà anche decidere di impiegare per la caccia aquile o gufi reali che ben si prestano all’addestramento, seppure oggi ci interesseremo principalmente del falco. Da ricordare inoltre che per lo meno per quanto riguarda le aquile il loro utilizzo venatorio è oggetto di numerose restrizioni legislative da conoscere a menadito.
Le prede a cui più spesso viene data la caccia sono i fagiani e le starne, le anatre, i corvidi, le lepri e i conigli ed i piccoli passeriformi.
La tecnica di caccia più utilizzata in generale è quella di basso volo, in quanto è capace di regalare maggiori emozioni e battute ricche d’avventura. In questo caso il rapace ben addestrato viene usato come proiettile che conosce il suo ruolo e che insegue intelligentemente la preda ovunque essa si diriga. Normalmente per questo genere di caccia vengono impiegati rapaci tipici dei boschi, principalmente gli accipiter dotati di ali corte e coda lunga che sanno muoversi con grande agilità fra la vegetazione. Non di rado comunque si impiega il gheppio americano, quello comune o lo smeriglio. In generale l’astore è usato per prede più grosse come ad esempio fagiani, lepri e conigli, mentre per quaglie e passeriformi si preferisce lo smeriglio o lo sparviere. La caccia di basso volo è comunque definibile una caccia all’inseguimento, la preda viene scovata grazie all’indispensabile aiuto del cane e una volta individuata la preda da cane e cacciatore, le verrà lanciato contro il rapace in volo.
Decisamente differente è la caccia di alto volo. Il cacciatore in questo caso libererà il falco come prima mossa e solo successivamente si dedicherà alla ricerca della preda. L’unico vincolo da rispettare è quello di tempo: il rapace infatti non potrà normalmente rimanere in volo per più di mezz’ora. Questa caccia è dunque consigliata in zone particolarmente ricche di selvaggina, che permettano al cacciatore in breve tempo di scovare la propria preda. Ad essere impiegati per la maggiore in questo tipo di caccia sono i falchi che vista la struttura fisica, possono volteggiare per lungo tempo in aria rispetto ai cugini.
Fra le forme di caccia con il falco maggiormente praticata di questi tempi impossibile non ricordare la caccia ai corvidi (tra cui cornacchie e gazze). Viene praticata normalmente con falchi ibridi o con astore e conosce un largo uso soprattutto perché a livello legislativo esistono davvero poche restrizioni.
Due sono le particolarità relative alla caccia con rapace da non sottovalutare:
• porto d’armi;
• cane;
• rapporto con il rapace.
Il falco è considerato a tutti gli effetti dalla legge italiana un mezzo di caccia consentito e dunque per praticare questo genere di caccia è necessario disporre del porto d’armi, così come è fondamentale essere assistito da un cane capace, che si dimostri in grado di scovare la selvaggina.
Il rispetto per il falco è fondamentale; tra falconiere e falco si instaura un rapporto di amicizia e stima reciproca che consente un’affiatata collaborazione durante le lunghe battute di caccia, esattamente come accade fra cacciatore e cane. Non sono pochi i falconieri che parlano di una forte partecipazione del proprio rapace durante la battuta e del legame stretto che con questo si instaura. Certo è necessario impiegare quotidianamente del tempo: il falco ha necessità di volare regolarmente, meglio se tutti i giorni, di rispetto e di numerose cure. Solo in questo modo il rapporto si fa incondizionato, di pura amicizia e fiducia.