Vi ricordate quel mio articolo, intitolato La Lunga notte dei morti viventi, col quale me la prendevo con le associazioni venatorie, colpevoli di aver ignorato il mio atto di accusa contro il parco della Maremma dove si stava sperimentando la castrazione chimica dei cinghiali, per risolvere in questo modo e non con la gestione il problema della loro sovrappopolazione? Un atto di accusa che ha dei risvolti penali.
Se le stesse cose le facesse un agricoltore, questo finirebbe in galera con l’accusa di aver disperso ormoni nell’ambiente. C’è qualcuno che si è risentito. Ma io continuerò, finché non avrò delle risposte, a mettere il dito nell’occhio di chiunque faccia il furbo, il muto e il sordo di fronte ai problemi che non sono solo nostri ma di tutto il corpo sociale. Tanto più se gli occhi appartengono a chi dovrebbe difendere, per mandato dei cacciatori, i loro sacrosanti diritti e il bene comune che è l’ambiente.
La mia rabbia parte questa volta da una presa di posizione di Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione italiana della Wilderness, che tutela l’ambiente senza ricevere un soldo dallo Stato, dalle Regioni, dalla petrolchimica e da altri pelosi sostenitori di molte associazioni ambientalistiche (che forse le finanziano per distrarre la pubblica opinione dalle loro malefatte ai danni dell’ambiente indirizzando odio e inimicizie nei confronti dei nuovi “untori”, i cacciatori, colpevoli di tutto). La Wilderness tutela l’ambiente senza preclusioni di sorta nei confronti di noialtri, difende la gente dallo strapotere e la prepotenza dei parchi creando, con la collaborazione delle popolazioni. le cosiddette “aree Wilderness” dove si chiede solo di lasciare le cose come stanno, con la caccia , la pesca, il taglio degli alberi, con tutte quelle attività umane compatibili che hanno consentito a un determinato territorio di arrivare fino a noi nel migliore dei modi. Niente strade, turismo chiassoso, centri visite. Solo silenzio e presenza rispettosa dei tradizionali fruitori. Da sempre ho cercato, insieme a qualche spirito eletto, di coinvolgere il mondo della caccia, di farlo entrare in contatto con la filosofia wilderness. In parte ci sono riuscito. Zunino ha avuto per qualche tempo l’attenzione del C.I.C., dell’UNCZA, della Federcaccia essendo presente con spirito laico ed equilibrato alle loro assemblee, riunioni, convegni. Ha pubblicato un bel libro, autofinanziato, dove spiega il ruolo e la funzione del “predatore compassionevole”, cioè del cacciatore. La Federcaccia gliene comprò solo 150 copie! Alle sue rimostranze, gli fu risposto che “ la Federcaccia non era in grado di aiutare la Wilderness in quanto già impegnata a sostenere Legambiente, definendola l’unica associazione ambientalista che difende la caccia”! Uno schiaffo in faccia a chi da sempre sostiene la compatibilità tra la buona caccia e la difesa dell’ambiente. Quali possono essere le ragioni di questa Santa Alleanza? Interessi economici? Legambiente è favorevole agli impianti eolici che, sostenuti da una potente lobby, stanno facendo scempio del nostro paesaggio. Interessi politici? Ideologicamente, presidenza della Federcaccia e Legambiente respirano la stessa aria culturale. Ditemelo voi.
Da uomo avveduto e di lungo corso capisco che spesso si possa fare una po’ di strada insieme, anche con un leale avversario, quando occorra raggiungere obiettivi comuni. E poi, ognuno per la sua strada. Ma non capisco questa Santa Alleanza con chi da sempre ha firmato, caldeggiato e sostenuto tutte le iniziative – anche le più becere e talebane – non per una caccia più consapevole, ma addirittura per la sua abolizione. Volete sentire l’ultima? La vicenda è un po’ complicata, ma ci è utile per comprendere quanto l’alleata Legambiente ami e difenda la caccia. Andiamo in Friuli- Venezia Giulia. Dopo 23 anni dal disposto della L.157/92 , con molto ritardo rispetto ad altre, la Regione ha approvato nel luglio 2015 il Piano Faunistico Regionale.
Successivamente con atti separati, come sempre avviene, devono essere redatti ed approvati i Piani Venatori Distrettuali. In considerazione del tempo esiguo prima dell’inizio della stagione venatoria, la Giunta Reginale in via provvisoria, ha adottato gli atti gestionali già esistenti che facevano riferimento al piano precedente. La LAC (Lega Anti Caccia) ha proposto ricorso avverso il provvedimento delle Giunta, chiedendo la sospensione dell’attività venatoria.
Subito, i nostri amici di Legambiente, insieme a tutte le altre associazioni ambientalistiche, si sono associati alla richiesta che avrebbe portato alla chiusura della caccia per tutta la stagione. Hai visto che amici abbiamo? Non vogliono che andiamo a caccia, forse perché potremmo farci male o per non lasciare sole le nostre signore. Il TAR ha dato la sospensiva – quindi, niente caccia – abrogando temporaneamente la delibera della Giunta Regionale e ha fissato l’udienza di merito ad Aprile 2016, a caccia ampiamente chiusa. Le ragioni degli ambientalisti sono state sostenute da un fervido e clamoroso battage sui giornali, alla radio, alla televisione. Non si parlava d’altro sulla carta stampata, si urlava contro i cattivi cacciatori, massacratori di Bambi e assassini. E’ stato tirato in ballo il Ministero dell’Ambiente, addirittura se n’è parlato a Bruxelles.
Ovviamente l’informazione è stata a senso unico, senza che i cacciatori riuscissero a dire la loro. Ma grazie a Dio, la Giunta regionale ha proposto ricorso al Consiglio di Stato nei confronti della sospensiva del TAR. Il 28 dicembre il Consiglio di Stato ha ripristinato la delibera della Giunta Regionale ed ha fissato l’udienza di merito al 14 gennaio 2016. In quella data, il massimo organo della giustizia amministrativa ha posto fine alla questione con una sentenza che dà ragione alla Giunta Regionale motivando l’utilizzo degli atti gestionali esistenti, in attesa di quelli nuovi, al fine di non creare un buco normativo.
Al momento, in attesa che si arrivi a concludere la vicenda formulando ed approvando i piani venatori distrettuali, i cacciatori del Friuli VG forse continueranno ad andare a caccia, fino al prossimo attacco degli ambientalisti e di Lega Ambiente, alleata della Federcaccia nazionale. Abbiamo buttato soldi, perché le campagne e gli avvocati costano; abbiamo tutti perso tempo; ma c’è chi ha seminato in giro odii e rabbie contro i cacciatori attraverso la stampa, la radio e la televisione. Questa per me, che sono giornalista professionista dal 1954, è la nota più penosa, che la dice lunga sull’obiettività di certi miei colleghi, disonesti o non informati. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, silenzio. Non l’enfasi e il risalto che avevano caratterizzato quella che avrebbe dovuto essere pura informazione. Appena una breve di cronaca, sottovoce. E’ questo che vi hanno insegnato nelle redazioni o nelle università dove avete creduto di imparare il mestiere? Ne ho le palle piene (quando ce vo’ ce vo’) di ambientalisti, Legambiente (Legambigua, vi piace di più?), giornalisti felloni, Zombi e “dead men walking”. Che vadano tutti a…farsi mettere le dita negli occhi!
a Bruno Modugno grazie di esistere