Parte la 24° sagra del Tartufo Campolese, Dal passato al presente, il tartufo protagonista di Campoli Appennino.
“Sta fra quelle cose che nascono ma non si possono seminare” così Plinio il vecchio definiva il tartufo nel suo Hystoria Naturale quando raccontava di un cittadino che chiedeva un risarcimento per un incisivo rotto a causa di un morso dato ad un tartufo che al suo interno nascondeva una moneta in metallo. Rari e apprezzati i tartufi saranno protagonisti della sagra del 20 e 21 febbraio a Campoli Appennino, piccolo centro della Ciociaria, a ridosso della catena degli Appennini centro-meridionali, sul versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo.
A distanza di secoli, tracce di un antico passato sono conservate con orgoglio in questo paese, dove anche l’aria sa di antico e molte sono le suggestioni, come il tomolo, una enorme dolina carsica dalla struttura ad imbuto sul cui bordo si ergono le abitazioni, le vette del Parco Nazionale Abruzzo, e lo spettacolare Vallone Lacerno (nella foto) con l’omonimo torrente, profondo canyon ricco di strapiombi, cascate e acque cristalline.
L’amore degli abitanti di Campoli Appennino per il tartufo si perde nella notte dei tempi, quando nelle lunghe camminate solitarie, accompagnati da un fido maialino, raccoglievano considerevoli quantità del prezioso fungo.
I mastri cavatori campolesi contribuiscono ogni anno ad accrescere l’intera produzione nazionale. La sagra del tartufo campolese è un tuffo nel passato, che si ripete tre volte all’anno in primavera estate e inverno.
Tra i resti del centro storico con la torre medievale, tra le viette ciottolose è tutto un profumo di piatti cucinati ad arte da chef dai nomi altisonanti. Zuppe, paste “fatte in casa”, carne tutto con una spolverata di tartufo.
Informazioni: 0776/874000 – 347/4530142, www.tartufodicampoli.it – [email protected].
Fonte: Vini e Sapori.net