Dopo le prime due giornate, quelle del 5 e 6 febbraio scorsi, la Sagra del Cinghiale e del Tortello di Scarperia torna con il fine settimana conclusivo di sabato 12 e domenica 13 marzo. Si tratta di un appuntamento molto interessante per conoscere la località in provincia di Firenze e di cui di solito si parla perché all’interno del suo territorio comunale è presente il famoso Autodromo Internazionale del Mugello. L’evento consentirà di assaporare e scoprire le specialità migliori della cucina tipica di questa zona della Toscana.
Il menù della sagra scarperiese prevede i classici tortelli del Mugello (come si può intuire dal nome), preparati con le patate e dalla caratteristica forma a quadrato e di colore giallo: inoltre, non mancheranno le pappardelle e la polenta al sugo di cinghiale, visto che l’ungulato è tra gli indiscussi protagonisti della manifestazione. Tra i secondi piatti, invece, sarà possibile assaggiare l’ottimo cinghiale in umido, il cinghiale arrosto, gli spiedini di cinghiale, la bistecca e la rosticciana (ricetta a base di salsicce, costicine e braciole di maiale).
Gli stand gastronomici sono quelli del Circolo “Movimento Cristiano Lavoratori” (MCL) di Scarperia, con ambienti coperti e riscaldati: l’apertura di sabato è prevista per l’ora di cena, nello specifico a partire dalle 19 (fino alle 22), mentre domenica 13 marzo si potrà anche pranzare alla sagra dalle 12. Scarperia è ben conosciuta dai cacciatori in quanto si tratta della sede del Comitato di Gestione dell’Ambito Territoriale di Caccia 4 Firenze-Prato, il quale consente di richiedere e sostenere l’esame di abilitazione alla caccia di selezione al cinghiale per quel che riguarda la provincia di Prato.
Il legame tra la Toscana e il cinghiale non potrebbe essere più stretto come in questo momento, alla luce della nuova legge che disciplina proprio la caccia grossa agli ungulati. La giunta regionale approverà ogni anno il calendario venatorio, indicando con precisione i periodi temporali e gli orari del prelievo. La caccia, inoltre, avverrà da appostamenti fissi e non “alla cerca” e senza l’utilizzo dei cani, a parte quelli che servono per recuperare gli animali feriti. I motivi per visitare il borgo mugellano sono dunque diversi, non solo per gli appassionati di caccia.